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giovedì 12 gennaio 2012

Il Papa e i suoi Cardinali.

Come credo tutti sappiate, lo scorso 6 gennaio, il Santo Padre Benedetto XVI, ha annunciato che il prossimo 18 febbraio, procederà alla creazione e alla nomina di ventidue nove Cardinali, 18 aventi diritto di voto in un futuro, spero, lontanissimo; 4 sono ottuagenari perciò esclusi dal Conclave per la legge di Paolo VI "Ingravescentem aetatem", due sono capi di due Chiese di Rito Orientali aventi comunione con la Sede Apostolica. Fin qui tutto bene, ma poi i soliti soloni si sono sbizzarriti, troppi italiani, pochi africani e latino americani, ebbene ho voluto fare una somma ed è risultato questo.
Nei suoi primi quattro concistori (2006-2007-2010-2012)  il Papa ha nominato e creato 83 nuovi Cardinali di cui:
Italiani 26
Europei 26
Americani 17
Asiatici 8
Africani 7;
il suo predecessore il Beato Giovanni Paolo II nei suoi primi 4 concistori (1979-1983-1985-1988) nominò 85 Cardinali di cui:
Europei 29
Italiani 18
Americani 18
Asiatici 10
Africani 7
Oceanici 2.
Non vedo grande differenza se non che l'elemento italiano supera l'europeo e che è per il momento assente quello oceanico. E che i Cardinali "elettori" nominati da Ratzinger per la prima volta superano quelli nominati da Wojtyla, 63 a 62.
Un cordiale augurio unito alla preghiera per i novelli Cardinali. San Pier Damiani, prega per loro!

domenica 8 gennaio 2012

Attuazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum"

Mi è giunto in questi giorni, probabilmente venerdì, ma ho aperto la posta solo ieri sera, una lettera del mio Vescovo, fin qui nulla di nuovo. Ma fin dall'incipit mi ha lasciato di sasso, è una lettera amara e dura, non rientrante nel carattere del nostro Vescovo, dolce e buono; poi leggendola tutta ho compreso cosa era che lo angustiava, la non ricezione da parte di tutti i Sacerdoti e Diaconi, del Motu Proprio "Summorum Pontificum" del Santo Padre Benedetto XVI e le successive disposizioni che il Vescovo ha dato attraverso suoi interventi alla Tre Giorni del Clero del 2007 e il libretto "La Divina Liturgia". Diciamo subito che quella decisione pontificia è stata una bomba inattesa, ritornare a celebrare non tanto in lingua latina, perché anche l'Editio tipica del Messale Romano è in lingua latina, ma tornare a celebrare in forma straordinaria, secondo l'Antico Messale Tridentino approvato dal Beato Papa Giovanni XXIII, ormai cinquanta anni fa, è una cosa inattesa e forse illogica. Illogica nel senso che secondo me nella Chiesa Cattolica ci deve essere un solo Messale, e allora o si rivisita l'Antico e si cassa il contemporaneo o si lascia l'Antico e si usa il contemporaneo, come d'altronde si è usata credo dall'inizio della Chiesa. E spero che ciò avvenga che il Papa faccia il passo decisivo. Poi oltre queste questioni liturgiche rilevanti, c'è la mens sacerdotalis diaconalisque che è stata formata alla luce del Vaticano II e della sua riforma liturgica, di fronte a ciò si può dire e io mi permetto di dirlo e se sbaglio accetto la correzione, vi sono credo tre schieramenti: 1. gli anziani che hanno celebrato i primi anni della loro vita sacerdotale con l'Antico Messale, si sono adeguati al Nuovo e ora devono ritornare sui loro passi; 2. i preti cinquantenni e oltre che hanno sempre celebrato con il Nuovo e sono, io per primo completamente ignoranti dell'Antico, la Curia dovrebbe istituire un corso di liturgia suppletiva su ciò; 3. infine i preti giovani che cresciuti con il Nuovo sono assai attirati dall'Antico. Alcuni dicono nostalgia, altri pazzia, qualcuno li irride e ciò non è bello.
Poi il Vescovo passa a ricordare le Note, credo che si chiamino così, della competente Congregazione Romana, e soprattutto l'ultima che chiede i rimuovere gli altari non fissi o posticci che nel dopo riforma liturgica sono fioriti in tutte o quasi le chiese della Diocesi a partire dalla Cattedrale. E qui c'è maretta... e di più non dico. Mi permetto solo di dire che io in due parrocchie li ho levati, perché oltre a non essere belli erano anche ingombranti e i presbiteri delle chiese dei nostri paesi non sono ampi.
Qualcuno stigmatizza che qualche confratello celebra sempre nel Rito Straordinario e obbliga i fedeli a comunicarsi in ginocchio, forse abusi ci sono stati anche in questo senso?
Concludendo al Papa e al Vescovo si deve obbedire punto e basta, dialogare come peraltro il nostro Eccellentissimo Vescovo richiede nella lettera medesima, dialogare se qualcosa non convince ma poi obbedire.
Che la Vergine Theotokos, doni oggi e sempre alla Santa Chiesa l'Unità. Ut unum sint riguarda prima noi e poi gli altri, come possiamo perseguire l'ecumenismo se non siamo uniti al Papa e al Vescovo? Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi.

martedì 3 gennaio 2012

La Chiesa, il Vaticano II e gli storici

Prendo la parola molto sommessamente, poiché l'argomento mi supera e di molto. In questi anni di pontificato Benedetto XVI, ha sottolineato l'ermeneutica della continuità del Concilio Ecumenico Vaticano II, a dire in semplici parole, non c'è stata una rivoluzione nella storia della Chiesa ma una involuzione, diremo meglio uno sviluppo. Già con questo, si sono levati gli strali della cosiddetta scuola di Bologna che fa riferimento a don Dossetti e agli storici Alberigo. Poi con la sua pacifica ma plateale riforma della riforma liturgica il Papa ha reintrodotto alcuni elementi della liturgia romana, che non erano mai stati aboliti, ma semplicemente marginalizzati da suoi anteccessori e forse dai loro cerimonieri. Poi con il permesso alla celebrazione del Santo Sacrificio della Messa secondo il Messale Tridentino e la revoca della scomunica ai Vescovi lefebvriani, apriti cielo, le cataratte dei liturgisti si sono aperte, e hanno vomitato insulti inenarrabili contro Benedetto XVI. E' ora secondo me di farla finita. Se si è Cattolici, ripeto se lo si è, vale sempre l'antico detto Roma locuta causa finita. Roma, cioè il Papa ha parlato la causa è terminata, ora si deve obbedire, punto e basta, ripeto ancora una volta, se si è Cattolici. Qualcuno dirà che non è il caso di ribadire se si è o meno cattolici, io la penso diversamente, la Chiesa sta attraverso un tempo di scisma strisciante, preti che si vogliono sposare, donne che vogliono diventare prete, la morale cristiana stiracchiata al punto che se mi confesso da un prete mi nega l'assoluzione e l'altro mi assolve. Ora in tutto ciò il Sovrano Pontefice, non sta a guardare, ma cerca di risolvere le questioni, lento pede, cioè dolcemente, come è il suo carisma, ma decisamente, ad esempio non ha avuto dubbio nel sollevare dal loro incarichi Vescovi indegni, sollevare significa pensionarli. Poi ci sono altri problemi, come i lefebvriani si fermano al preconcilio al Servo di Dio Pio XII, quasi che ciò che è venuto dopo fosse un tradimento della Tradizione; altri sono cristallizzati agli anni del Concilio, il Concilio ha detto, il Concilio ha fatto, bene benissimo. Ma la storia procede e con essa la Chiesa, viviamo nel XXI secolo, a cinquanta anni da quell'avvenimento, altre questioni sono venute in primo piano. Ultimamente uno storico Miccoli, si è persino permesso di dare del facilone al Papa come d'altronde uno scrittore Eco, lo aveva definito pessimo teologo.
Ebbene di fronte a tutto questo, io non posso tacere, e non può tacere ogni vero e buon cristiano cattolico, ricordate don Bosco, quali sono gli amori di un prete, 1. la Chiesa, 2. la Madonna, 3. il Papa; è ora di dire basta a questa onda lunga e mortifera del libertinismo contemporaneo, ove tutto è relativo e nulla è assoluto.
Per un Cattolico obbedire al Papa e al proprio Vescovo non è una cosa opzionale ma necessaria.
Che la Vergine Santissima, Regina della Chiesa, protegga il Romano Pontefice e preghi per tutti noi!