Sono passati sei mesi dall'elezione del nuovo pontefice. Io mi sono astenuto dallo scrivere fino ad oggi per il rispetto che si deve al Romano Pontefice e per dare anche al nuovo papa il tempo e lo spazio di ambientarsi, ormai il tempo e lo spazio sono passati.
Devo dire che l'elezione del Cardinale Argentino, ha dato alla Chiesa una buona boccata d'ossigeno, dopo gli ultimi difficili mesi del pontificato di Ratzinger. Egli è molto amato dai fedeli, la Chiesa ha nuovamente una statura internazionale, grazie anche alla giornata di digiuno e preghiera, da lui convocata sulla situazione siriana, ma c'è purtroppo un ma e forse anche più di un ma.
1. Silenzio sulla morale. Aborto, Divorzio, Omosessualità. A domande postegli afferma che queste situazione sono già state condannate e dai suoi predecessori e dal Catechismo della Chiesa Cattolica, ed è vero. Ma perché non le ribadisce, è vero bisogna differenziare il peccato che è sempre da condannare, dal peccatore che si può emendare e dunque salvare. Ma io credo che la Chiesa, abbia bisogno della parola del Papa.
2. Situazione liturgica. Il Papa vive la liturgia con molta naturalezza, desidera vestire liturgicamente in maniera semplice e disadorna. Per qualche ecclesiastico anche troppo. La sua partecipazione ad una ordinazione episcopale in abito piano ha fatto scandalo, il papa ha come ogni altro prete, diacono e vescovo un abito corale, perché non lo usa? Il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie don Guido Marini avverte il papa di queste mancanze?
3. Nomine. Poche nomine, alcune discutibili. Poi c'è il Collegio dei Consultori da lui nominato che si riunirà il prossimo ottobre, il Papa non deve avere supercardinali ma ha l'intero Collegio Cardinalizio per coadiuvarlo nella guida della Chiesa, ma i cardinali tacciono.
Comunque io continuo a pregare per Lui, affinché si renda conto che essere Vescovo di Roma e Papa è diverso da essere Vescovo di Buenos Aires e con il tempo questi problemi si risolvano.