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mercoledì 19 giugno 2013

100 giorni di papa Francesco

A giorni papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, raggiungerà i famosi cento giorni di pontificato romano. Cento giorni famosi, poichè in politica, sono il primo traguardo e il primo giudizio su una persona di governo.

Quella sera del 13 aprile restammo sbalorditi in molti, le voci parlavano di altri candidati ben piazzati nella corsa al papato, ricordate si parlava di Scola, Tagle e Dolan, poi all'improvviso la fumata bianca, e l'annuncio del Cardinale Protodiacono che ci annunciava che il papa era fatto, che si chiamava J. M. Bergoglio e si faceva chiamare Francesco. Tanto fu lo stupore che Lui medesimo presentandosi ai suoi nuovi figli romani, disse "I Cardinali sono andati a prendere un nuovo Vescovo di Roma quasi alla fine del mondo". Ma da subito la sua verve semplice ed evangelica ci conquistò. Certo la differenza con il predecessore c'era e si notava tutta, soprattutto nei primi giorni; andò al balcone non in abito corale, non volle la stola se non per benedire, continuava ad indossare le sue scarpe nere e così via, e questa ad alcuni e anche a me non piacque. Ma da allora il tempo è passato, e ci siamo abituati a questo nuovo stile papale, che nasce e dal suo carattere e dalla sua formazione gesuitica. Nel frattempo la sua visita al predecessore, ci fece vedere che l'impossibile era diventato possibile. Nella Curia Romana, confermò tutti donec aliter provideatur, ovvero finchè non sia provveduto diversamente, e volle farsi affiancare nella riforma della Curia ormai urgente da un gruppo di otto cardinali di sua fiducia. In tempi recenti ha nominato un nuovo Prelato allo Ior, prelato che ormai mancava da due anni. Verso la sua diocesi romana, disse da subito che lui era in primis il Vescovo di Roma e questo lo fece plasticamente vedere, volendo il Cardinale Vicario a lui vicino al balcone di San Pietro. Il nome che scelse Francesco, riandava per noi italiani al poverello di Assisi, e da subito Egli affermò in una memorabile udienza ai giornalisti che voleva una chiesa povera e per i poveri. Il feeling con i media da allora  resiste, anche se non possiamo dire fino a quando.Continua ad abitare alla Domus Sanctae Marthae, quest'hotel vaticano, ove soggiornano prelati di curia e anche vescovi di passaggio, e ne ha spiegato la motivazione quando rispondendo ad una bambina, che tale questione gli aveva posto, dicendo"Ne ho bisogno, bisogno di stare in mezzo alla gente".

Probabilmente altro ci sarebbe da dire, ma io voglio fermarmi qui, augurando a papa Francesco, lunga vita e serenità, accompagniamolo sempre con la nostra preghiera, come lui ci chiese il giorno dell'elezione.