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mercoledì 11 luglio 2012
Ordinazioni illegali nella Repubblica Popolare Cinese
Era l'anno 1917, quando l'ideologia comunista, andò al potere in Russia e diede così inizio all'eresia, forse l'ultima, cesaropapista. In un primo momento gli esponenti della Chiesa vennero uccisi, elimati e sterminati nei diversi gulag che l'ideologia leninista e stalinista costruì per i nemici veri o presunti del nuovo stato sovietico e degli stati satelliti: ricordiamo la brutale uccisione di Vescovi e la persecuzione dei Cardinali Mindszenty, Beran, Trochta, Wyszynski, Hossu, Todea. Durante gli anni della cosiddetta era krusceviana, all'omicidio sistematico successe l'apertura dei papi Giovanni XXIII e Paolo VI, al fine di recuperare qualcosa e nominare vescovi in sedi vacanti da decenni. Con l'elezione del papa polacco, riprese la lotta coraggiosa contro il moloch sovietico. Nel 1991 con la caduta del regime comunista-sovietico la Chiesa riprese il suo posto nella società, con la creazione di una metropolia russa e altre tre diocesi, e con il rinascimento della chiesa in Bielorussia, Ucraina, Moldovia. E l'implantatio ecclesiae nelle altre terre post-sovietiche. Ma nel frattempo il comunismo si era espanso in Asia, assumendo le dittature della Cina nel 1949, nella Corea nel 1947, nel Vietnam nel 1954, nel Laos e in Cambogia nel 1975. Mentre negli stati del sudest asiatico si è trovata il modus viventi dopo una lunga aetas sofferendi, con la Cina no. La Repubblica Popolare Cinese rimane aliena da ogni pace sociale interna fra Chiesa e Stato, nonostante il consumismo di stato, l'ottenimento delle antiche legazioni straniere di Hong Kong e Macao. Fra l'altro è una Chiesa largamente minoritaria, si parla di 25 milioni di cattolici su oltre un miliardo di cittadini cinesi. Nel 1956, si diede vita a una Chiesa di Stato, detta Patriottica, con lo stato che si picca di nominare lui i Vescovi. Da allora sono passati sessanta anni ma nulla è cambiato. I Vescovi nominati da Roma o in comunione con il Romano Pontefice, sono periodicamente e a volte sistematicamente arrestati, perseguitati e internati nei laogai, pensiamo al Cardinale Gong Pin-Mei di Shanghai. Mentre quelli scismatici sono sovvenzionati dallo stato. I papi e in specie Benedetto XVI, hanno sempre lottato contro tale atteggiamento, cesaropapista fuori tempo, dalla Ad sinarum gentes del Servo di Dio Pio XII fino alla recente Lettera del Papa Benedetto XVI. Ma le autorità cinesi, non ascoltano, da Mao in poi nulla è cambiato.
Ci resta solo da pregare e sperare che la devozione cinese alla Vergine di Sheshan ottenga ciò che la politica papale, ovvero la diplomazia pontificia, non è riuscita ad ottenere.
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