Il Papa più vecchio dal 1903, è partito e ancora una volta, la seconda, la meta di questo suo 23° viaggio apostolico è l'America, era stato in Brasile nel 2007 e oggi va in Messico e Cuba. Quando il suo predecessore morì il 2 aprile 2005, i vaticanisti e in generale i giornalisti affermarono che nessuno viaggerà più come lui, e Benedetto XVI viaggia e ad una età a cui Giovanni Paolo II non arrivò.
Per la verità già allora qualcuno disse sarà un papa che va oltre gli stereotipi "destra e sinistra", "nuovo e vecchio", "Vaticano II e Trento" e così è stato, finora, e lo sarà ancora fin che Dio vorrà, possiamo dirlo un grande papa, certo meno mediaticamente esposto rispetto al polacco ma grande in quanto nel silenzio delle sue stanze private guida con mano ferma e solida docilità all'azione dello Spirito Santo, la Santa Chiesa di Dio nel suo Terzo Millennio. Ha incontrato difficoltà, il cambio del Segretario di Stato, non è stato senza dolore, una risultanza ne sono le cosiddette vatileaks; l'aver deciso di ammettere ciò che per cinquant'anni era relegato nella damnatio memoriae, il Rito Tridentino Gregoriano, certo stabilito da Trento ma in uso nella Chiesa Romana dal VI secolo fino al XX secolo. I tentativi di pace con coloro che scomunicati, in quanto ordinati da uno scomunicato e indisciplinato arcivescovo francese, al fine di sanare le ferite, che alla Santa Chiesa sono venute da coloro che non accettarono le decisioni del Vaticano II o semplicemente andarono oltre. Leggete la Costituzione Liturgica Sacrosanctum Concilium e non troverete in alcun luogo che la Santa Messa deve essere celebrata in lingua volgare o che peggio si deve non tradurre ma inventare un Messale nuovo come fecero i liturgisti degli anni sessanta e settanta, nomi Bugnini, Falsini e company; certo con l'approvazione papale, ma si sa un papa bolla e un altro sbolla...
Ha rimesso ordine in una Chiesa straziata dal peccato e reato a livello penale e civile di pedofilia, certo non come i giornalisti volevano, ma lo ha fatto e da par suo.
Ci ha aiutati nelle sue Udienze Generali mercuriali a riscoprire il valore dei padri della Chiesa, dei dottori della Chiesa e ultimamente della preghiera. Andando alla radice della nostra Fede non ha avuto paura di dire che è l'Amore che salva - Deus Caritas Est - e che la speranza in Dio e la radice di ogni vero sviluppo di una società umana - Spe Salvi - e che la crisi che attraversa il mondo è prima morale che economica - Caritas in veritate.
Per questo e per mille altri motivi che mi sfuggono, dato il mio essere limitato, auguro oggi un Buonissimo Viaggio Apostolico a Sua Santità Benedetto XVI e prego affinché il Signore sempre lo sostenga in questa sua erta missione -Dominus conservet eum - , e non fugga dinnanzi ai lupi come disse nella sua bellissima omelia nella Santa Messa di inizio pontificato, 22 aprile 2005, non fugga dinnanzi ai lupi che vogliono distruggere il Santo Ovile di Cristo.
Però amare e pregare è necessario ma non basta dobbiamo, io per primo agire, perchè i suoi sforzi ricevano forza dalla nostra testimonianza cristiana e obbedienza. Io, non da oggi, credo che nella Chiesa ci sia bisogno di umiltà, obbedienza e fede. Umiltà per riconoscere i nostri errori e ricordarci che "senza di Me non potete fare niente", Obbedienza al Romano Pontefice e al Vescovo, successori rispettivamente dell'Apostolo Pietro e degli Apostoli, essi ci sono stati donati quali fari nel nostro cammino, ma se chiudiamo gli occhi alla luce, "gli uomini non la hanno accolta". Fede in Dio che può dove io non posso, "Signore io credo ma tu aumenta la mia Fede".
Lunga vita dunque al dolce Cristo in terra, come lo amava chiamare Santa Caterina da Siena, e buona semina e buon ascolto.